Giovanni
Boccaccio, Decameron 6.7
Madonna Filippa
Rinaldo de' Pugliesi
Lazzarino de' Guazzagliotri
Il Guidice di Prato
La donna, senza sbigottire
punto, con voce assai piacevole rispose:
"Messere, egli è vero che Rinaldo è
mio marito, e che egli questa notte passata mi trovò nelle braccia di
Lazzarino, nelle quali io sono, per buono e per perfetto amore che io gli
porto, molte volte stata, né questo negherei mai; ma come io son certa che voi sapete,
Digestum novum, Bologna, Biblioteca del Collegio di
Spagna 283, fol. 82v |
e leggi
deono esser comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano. Le quali cose di questa non avvengono, ché
essa solamente le donne tapinelle costrigne, le quali molto meglio che gli
uomini potrebbero a molti sodisfare; e
oltre a questo, non che alcuna donna, quando fatta fu, ci prestasse
consentimento, ma niuna ce ne fu mai chiamata: per le quali cose meritamente
malvagia si può chiamare.
E se voi
volete, in pregiudicio del mio corpo e della vostra anima, esser di quella
essecutore, a voi sta; ma, avanti che a alcuna cosa giudicar procediate, vi
prego che una piccola grazia mi facciate, cioè che voi il mio marito
domandiate se io ogni volta e quante volte a lui piaceva, senza dir mai di
no, io di me stessa gli concedeva intera copia o no."
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